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Traversata scialpinistica del Lagorai

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Ecco una meravigliosa traversata scialpinistica della Catena del Lagorai, dalla Panarotta al Passo Rolle. E’ stata compiuta nel febbraio 2011 da Paolo Acler e Andrea Caser.

Chiariamo subito che, a dispetto della professione di modestia dei due autori, si tratta di una impresa impegnativa fisicamente e tecnicamente. Alpinisticamente le difficoltà sono modeste, ma è necessaria una assoluta padronanza dello sci in fuoripista, un’eccellente forma fisica e un’ottima capacità di orientamento. Bisogna sapersi inoltre muovere molto bene su terreno misto con neve e ghiaccio, con tratti ripidi da fare sci in spalla. La traversata dura circa 3 giorni, ma è fondamentale imbroccare la “finestra” di bel tempo ma sopratutto delle buone condizioni di neve con manto assestato.

Ma ecco alcune considerazioni sulla traversata dalla viva “voce” di uno dei due protagonisti, Paolo Acler.

“Ci ha aiutato molto una conoscenza pluridecennale del Lagorai,  dei vari valloni e tratti che poi abbiamo unito. La prima traversata del 2010 è stata un po’ più avventurosa, anche per le condizioni di pericolo di valanghe (2-3) che ci ha costretto ad un itinerario più laborioso e stressante, e per il tempo un giorno ventoso e freddo, un altro, cambiata esposizione, fin troppo caldo. L’itinerario del 2011 l’abbiamo preparato meglio, forti anche della conoscenza dell’anno precedente, siamo stati fortunati a poter scegliere dei giorni perfetti con pericolo di valanghe 1.

Per poter essere veloci il primo giorno lungo e con forte dislivello abbiamo alleggerito gli zaini portando in precedenza alla Malga Buse sacco a pelo e fornelletto e un po’ di viveri, in genere gli zaini non hanno mai pesato più di 11-12 kg penso. Avevamo qualche tempo prima anche  esplorato la caverna-bivacco Teatin sopra il passo Litegosa, che non conoscevamo e che può essere difficile da localizzare e sommersa dalla neve. I tratti alpinistici da levare gli sci e mettere eventualmente i ramponi non sono molti: i canali dell’Hoabonti, decisione dell’ultimo momento viste le ottime condizioni,  cosí si può rimanere sulle panoramiche creste senza perdere quota, il canalino di salita alla cresta del Lasté delle Sute, gli ultimi metri per la Litegosa, la discesa mattutina dal bivacco Litegosa, la salita al Castel, gli ultimi metri della Cima Cece.

Moltissimi invece i togli e metti pelli, che non sempre attaccavano perfettamente. Le difficoltà alpinistiche di neve-misto non superano mai il PD, forse qualcosa di più il canalino del Castel, ma qualcuno lo aveva sceso con gli sci dalla vetta! Una certa sicurezza ce la dà la doppia becca dei bastoncini (una costruzione semi-artigianale n.d.r.), non avevamo portato piccozza e corda.

Andrea usa due bastoncini con becca fissa originale Black Diamond, io due bastoncini su cui ho fissato un puntale retraibile Grivel Condor, più corto, così sono più tranquillo di non essere infilzato in caso di caduta incontrollata. Secondo me sono utili in traversi esposti, in salita su canalini ripidi o pendii ghiacciati, in discese in derapata consentono un blocco immediato prevenendo la scivolata, sostituiscono spesso la piccozza.

La maggior parte delle cime si superano in traversata o con breve deviazione: lasciavamo gli zaini se si doveva ripassare da un determinato punto. Confermo che la nostra abilità sciistica si può definire media, ma non ci sono nella traversata particolari difficoltà.

8 – 11 febbraio – La prima notte l’abbiamo passata a Malga Buse, dopo il Passo Manghen: la seconda nella caverna-bivacco Nada Teatin al Passo Litegosa; la terza al Bivacco Paolo e Nicola alla Forcella Val Maggiore. Una traversata da Passo Rolle a Palù del Fersina l’ha fatta in giornata Franco Nicolini nel 1993, mai ripetuta”.

Sul nostro forum girovagandoinmontagna.it si è sviluppata al riguardo una interessante discussione tra forumisti 🙂

Autore: Agh

Content manager portali turismo e montagna, fotografo, cameraman

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