Autore Topic: Pellegrinaggio dal Santuario di Montagnaga al Santuario di Pietralba di 56 km  (Letto 7488 volte)

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Offline AGH

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I magnifici prati e lariceti a pochi km dal Santuario di Pietralba

In vita mia non ho mai percorso 56 km in un solo giorno. Da ragazzo ho fatto qualche marcia non competitiva, ma con chilometraggi molto inferiori. Solo una volta sono arrivato a 45 km, o 70 km però in due giorni, ma erano anche più di 40 anni fa. Oggi che ne ho 63 sul groppone, ringraziando il cielo sono ancora in buona salute e mi tengo in esercizio, ma non sono certo uno sportivo, neppure alla lontana. Il mio unico sport è andare in montagna il fine settimana e fare una passeggiata di qualche km ogni giorno. La sfida di mettermi alla prova mi solleticava parecchio: il pellegrinaggio storico dal Santuario di Montagnaga fino al Santuario di Pietralba, la cui origine si perde nei secoli ma si perpetua fino ai giorni nostri grazie a un gruppetto di “pinaitri” di ferro, era dunque un’occasione perfetta. Nonostante la totale inesperienza su distanze del genere ero ragionevolmente fiducioso, forse anche troppo. 56 km in un giorno erano per me un viaggio nell’ignoto, come buttarsi in un pozzo nero.


Santuario di Montagnaga, 2 del mattino: pochi coraggiosi alla partenza (14 in tutto)

Al ritrovo a Montagnaga, alle due del mattino, eravamo appena in 14. Con una sorpresa di cui non sapevo se rallegrarmi o preoccuparmi: ero il più anziano del gruppo! I primi 10 chilometri, prevalentemente stradali, sono filati via quasi senza accorgermene: come alzarmi la notte per andare a prendere un bicchier d’acqua in cucina. I 10 successivi: come andare a prendere una cesta di legna per la stufa. Insomma 20 km fino a Montesover quasi in sorprendente scioltezza, alle media di circa 5 km/h. Un po’ troppo veloci per la verità (poi la media di abbasserà a 3.5km/h). Qui c’è stato il primo ristoro, con una tavola imbandita con bevande varie, cibi salati e dolci. C’è stato perfino chi ha aperto una bottiglia di prosecco, alle 4 di mattina!


Lo sparuto drappello di temerari alla partenza da Montagnaga

Si attraversa la frazione Bernardi

Leggera salita verso Valt

Verso Baselga di Piné

Chiesetta di Varda

Arrivo a Centrale di Bedollo

Arrivo a Brusago, comincia a rischiarare

Breve sosta alla fontana di Brusago

In marcia verso Montesover

Una lapide ben augurante...

Arrivo a Montesover, primo ristoro a 20 km, fin qui benissimo

Poi finalmente basta asfalto, con un tratto molto bello nel bosco. Altri due ristori, a Dorà e Palù, quindi la lunga discesa fino a Molina di Fiemme dove sono arrivato a 35 km percorsi ancora in discrete condizioni. Alla ripartenza però, col sole, il caldo e la salita, la fatica ha cominciato a farsi sentire, la salita per Aguai e Passo S. Lugano è moderata ma continua.


Il bel tratto nel bosco da Montesover verso Molina di Fiemme

Arrivo a Montealto

Il lunghissimo traversone per raggiungere Molina

Il percorso è facile per strade forestale e sentieri ben tracciati

Breve pausa, il morale è (ancora) alto: a dx Andrea che come un treno ha fatto l'andatura per tutto il percorso (tirandoci un po' il collo)

La lunga discesa verso Molina alterna modesti saliscendi

Guado di un torrente

Allegre fanciulle

La salita verso Dorà, il prossimo punto di ristoro, allestito gentilmente dai paesani

Il percorso concatena sentieri e strade forestali

Il clima è allegro e rilassato

Enzo Battisti di Montesover, uno degli organizzatori, una tempra d'acciaio. Non s'è mai visto stanco o affaticato ma sempre imperturbabile

Arrivo a Dorà

Il punto di ristoro di Dorà coi volontari (in alto a dx) che hanno allestito beveraggi e cibarie varie

Il grazioso paese di Dorà con la chiesetta

Arrivo nella bellissima e isolata frazione di Palù, ultimo ristoro prima di arrivare a Molina di Fiemme

Eccoci in vista del Lago di Stramentizzo, prima di raggiungere Molina: la carovana è guidata dal fortissimo Silvano Andreatta

Sono sempre stato abbastanza stupido e testardo da commentare l’impresa con un incauto: “Solo l’infarto mi può fermare!” Invece ho rischiato di essere fermato da delle più banali ma tremende vesciche sotto le piante dei piedi. Ho sbagliato io: dovevo mettere i cerotti prima, e magari cambiare anche le calze di scorta che avevo con me.


Salita verso Aguai

Un momento di pausa: qui ho strappato un sorriso perché vedendo le espressioni cupe ho detto "Ora sì che è bello far foto con le facce stravolte..."

Arrivo a Passo S. Lugano, da qui si scende per qualche km per poi risalire verso Redagno

Da Passo S. Lugano a Redagno, 40 km percorsi circa, la situazione è iniziata a peggiorare sempre più. Anzi a precipitare. Le vesciche erano un vero tormento. Per giunta hanno iniziato a farmi male anche le gambe: sentivo tutti i tendini tirati allo spasimo, una sgradevole sensazione mai provata prima. Altri 20 km in quelle condizioni era una prospettiva veramente da incubo: la mia fiducia ha cominciato intimamente a vacillare, anche se ero comunque ben deciso a tener duro.


Il paesaggio si apre salendo sopra Redagno, all'orizzonte svettano il Corno Bianco e il Corno Nero

"Bauer" sudtirolesi

Ampi pascoli con meravigliose stradelle tra i masi

Bellissimi paesaggi tra grandi prati

Paesaggi agresti davvero meravigliosi

La salita non molla...

Per fortuna una ragazza del gruppo, vedendomi sofferente, mi ha consigliato di prendere un OKI, un antidolorifico. Non ci avevo pensato! Con qualche telefonata nel gruppo sparso per qualche chilometro, abbiamo trovato qualcuno che ce l’aveva. La bustina miracolosa è arrivata e l’ho ingollata avidamente. Il male alle gambe un po’ alla volta si è attenuato. Ma le vesciche ormai c’erano e facevano un male cane.


Salendo di quota i prati lasciano il posto a grandi lariceti

Ultime rampe

Un tizio che si era unito a noi a Palù, decide di abbandonare, avvisando un parente per venire a prenderlo: ci sarebbe l’occasione di un passaggio per tornare. Qualcuno me lo propone ma rifiuto con sdegno. A parte i dolori, le forze sono ancora buone. Ormai è una questione d’orgoglio: arriverò a Pietralba a costo di arrivarci in ginocchio!


Attraverso grandi pascoli e lariceti

Per fortuna ho una buona idea: ai 45 km faccio un bagno ai piedi fumanti in un torrentello, cambio le calze e va subito un po’ meglio. La salita per gli splendidi paesaggi sopra Redagno tra prati in fiore e maestosi lariceti, distraggono un po’ l’attenzione dal tormento delle vesciche. La salita però non molla, ci sono lunghi traversi costeggiando pascoli meravigiosi, gli ultimi chilometri sono ormai ridotto al lumicino. Ormai è una questione di testa, ma quella è stata sempre abbastanza dura. Attraversiamo lungamente dei magnifici lariceti in quota, poi finalmente il miracolo: il sentiero spiana e inizia l’agognata discesa verso la mèta...


Si sale fino a quota 1600 metri circa

Arriviamo al Santuario di Pietralba verso le 17.20, dopo 15 ore di marcia pressoché continue, salvo le brevi soste ai vari ristori allestiti da volontari lungo il percorso. L’apparizione del maestoso santuario illuminato dal sole è una grande emozione. Sono arrivato! Mi trascino penosamente su un banco della chiesa e ascolto messa, pur essendo ateo da sempre. E’ stata una bella esperienza, i compagni di viaggio (non conoscevo nessuno) simpatici e disponibili in un clima positivo e rilassato. E’ stata anche una grande soddisfazione personale ovviamente: una prova quasi mistica tra lo sforzo mostruoso e le vesciche malefiche, come un vero penitente!


Ultimi km tra i larici, si inizia lentamente a scendere!

Le forze sono ridotte al lumicino ma ormai la mèta è vicina

Ed ecco il solenne Santuario di Pietralba in provincia di Bolzano, raggiunto dopo 56 km a piedi in un giorno

Sono davvero contento di avercela fatta, anche se non sono sicuro di voler ripetere un’esperienza simile. Il primo che mi parla di marcia per il prossimo mese o due, piglia un ceffone. Ma il prossimo anno, chissà, magari potrei rifare questa bellissima pazzia.
Un grazie sentito va a tutto il gruppo ma soprattutto ai due principali organizzatori: Claudio Bernardi ed Enzo Battisti, che da anni si prodigano per organizzare questo evento davvero particolare, per puro volontariato e per il piacere di fare qualcosa di bello per la comunità, per stare insieme in amicizia.


Siamo arrivati! Ci riposiamo sui banchi della chiesa per recuperare un po' di forze

Donato Giovannini (con Luisa), l'angelo custode che mi ha accompagnato negli ultimi faticosissimi km...

Un ringraziamento speciale infine a Donato, un compagno sconosciuto che negli ultimi km di sofferenza mi ha aspettato e accompagnato fino al traguardo: grazie!
E arrivederci (forse).


Il percorso

Mappa percorso in 3D
https://www.google.it/maps/@46.385896,11.1009214,30905a,35y,124.27h,36.47t/data=!3m1!1e3!4m2!6m1!1s1D9cJjkF8A_I-v1j_h0QzL-biTQI
« Ultima modifica: 24/05/2024 09:48 da AGH »
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Offline pianmasan

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Che dire? Solo... braoooo!!! Se poi non fossi un ateo dichiarato ma un credente fervente avresti fatto andata e... ritorno ;D ;D ;D..

Offline Alex Bear

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Bravo! Grande! Ora riposati però... ;D   Per le vesciche, secondo me, il "trucco" sta nel cambiare calzini spesso, soprattutto con il caldo e con così tanti km da fare ma comunque una sicura ancora di salvezza sono i cerotti appositi Compeed, secondo me il top per quanto riguarda le vesciche, suggerisco vivamente. Per curiosità hai anche un dato del dislivello? Grazie.  :)

Offline Man

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Compeed forever!

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Offline AGH

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Bravo! Grande! Ora riposati però... ;D   Per le vesciche, secondo me, il "trucco" sta nel cambiare calzini spesso, soprattutto con il caldo e con così tanti km da fare ma comunque una sicura ancora di salvezza sono i cerotti appositi Compeed, secondo me il top per quanto riguarda le vesciche, suggerisco vivamente. Per curiosità hai anche un dato del dislivello? Grazie.  :)

discorso cerotti, non è così semplice: avevo scarpe che non mi hanno mai fatto male nelle escursioni in montagna fino a 30 km. Oltre non sono mai andato con quelle scarpe, quindi era difficile, se non impossibile, prevedere cosa sarebbe accaduto. I compeed li conosco, ma di solito si mettono sulle zone dove si SA che usciranno le vesciche. Io non avrei saputo dove metterli, mica potevo incerottarmi tutti i piedi!  ;D
Forse un errore l'ho commesso: avrei dovuto metterli SUBITO alle prime avvisaglie.. invece ho proseguito sperando che la situazione rimanesse stazionaria. Una volta formata la vescica, sono inutili :(

Riguardo il dislivello non lo so, è difficile calcolarlo perché ci sono tanti saliscendi: grosso modo potrebbero essere 1500 metri
« Ultima modifica: 12/06/2019 22:59 da AGH »
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Offline AGH

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Che dire? Solo... braoooo!!! Se poi non fossi un ateo dichiarato ma un credente fervente avresti fatto andata e... ritorno ;D ;D ;D..

sì in un'altra vita forse  ;D
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Offline Alan

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Bellissimo racconto e giro!!!
Il dislivello l'hai calcolato?

Offline AGH

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Bellissimo racconto e giro!!!
Il dislivello l'hai calcolato?

è difficile da calcolare con tanti saliscendi, grosso modo credo 1500 m
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Offline yakopuz

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Ci sono vari gruppi che organizzano pellegrinaggi da varie parti del Trentino.
 Io una volta mi sono unito al gruppo che parte da Fornace che fa un itinerario diverso ma ugualmente molto bello passando per la Val di Cembra e tenendosi sulla dorsale del Monte Corno.
Lo ho fatto però in versione soft unendomi al gruppo a Faver. Bellissima esperienza.
Mio suocero anche lui non più giovane  si è  appassionato alle lunghe distanze e ora che é  in pensione ha preso a girare tutta l Europa ....