In vetta! Sullo sfondo Cima Vertana e Angelo Grande, con le vedrette dell'Angelo Grande e del Forno
Altra magnifica escursione in
Val Martello, dopo la precedente a
Punta delle Laste - Plattenspitze m 3422. Solito eterno trasferimento da Piné fino al paese di
Ganda, dove una tortuosa e stretta strada asfaltata ci porta fino al
Maso Stallwies a quota 1953. Si tratta di uno dei più antichi masi dell’Alto Adige,
citato per la prima volta in un documento del 1332. Dal 1688 è di proprietà della famiglia Stricker. Il maso è stato raggiunto da una strada solo nel
1978, che ha consentito l’ampliamento dell’attività agricola a quella turistica, con ristorazione e stanze per gli ospiti. Il posto è isolato su un costone panoramico quasi a picco sulla val Martello, in un ampio poggio naturale circondato da prati. Nei pressi c’è un
mulino vecchio di 300 anni, ripristinato di recente.
Maso Stallwies negli anni '70
Maso Stallwies oggi
Col sentiero n 5 attacchiamo la lunga salita, prima per bel bosco di larici e pini cembri, poi per praterie alpine e costoni a balze ripide. Numerose
sorgenti in quota (che ho mappato su OSM) permettono di fare rifornimento d’acqua. La pendenza è abbastanza sostenuta e aumenta nel tratto finale per raggiungere uno
spettacolare altopiano di pietraie a quota 2900 metri.
La salita nel bosco con larici secolari
Si sale con pendenza modesta che però si accentua man mano che si sale di quota
Superata la fascia boscosa il panorama si apre...
...e la salita si fa più ripida
Lo spettacolare altopiano roccioso a quota 2900
Si attraversano le pietraie in piano, per andare ad affrontare la rampa finale
Di qui inizia la salita più faticosa per sfasciumi, ma senza particolari difficoltà in quanto le pietre scistose piatte sono perlopiù stabili e offrono un appoggio abbastanza sicuro. Il sentiero sale tortuoso a zig tra le pietre e poi si impenna fino a raggiungere la cresta, quindi per traversone si arriva a elementari e brevi passaggi su rocce inclinate che portano in vetta alla
Punta di Lasa - Orgelspitze 3305.
Verso la rampa finale alla cima
Attraverso l'altopiano roccioso
Sguardo verso le creste
All'attacco del sentiero verso la cima
Spunta l'Angelo Grande 3520 all'orizzonte
Valle di Sluder, dopo la cima scenderemo di qui
Ultime rampe verso la cima: sullo sfondo Angelo Grande e Vedretta del Forno
Nebbie gelide salgono verso la cima e oscurano la visuale verso est, mentre la
vista sulla Val Venosta è grandiosa. A sprazzi si vedono bene anche
Cima Vertana 3545,
Angelo Grande m 3521 (fatto di recente), e sullo sfondo il
Gruppo dell’Ortles.
Sguardo indietro dai pressi della cima
In vetta!
Squarcio nelle nuvole verso l'Angelo Grande e la Vedretta di Lasa
Dalla cima verso la Val Venosta
Verso la Palla Bianca
Panorama enorme sulla Val Venosta (foto Gf)
Vista verso Vertana e Angelo Grande
Aspettiamo un po’ in vetta approfittando degli squarci nelle nuvole per fare foto.
Nonostante sia Ferragosto, abbiamo incontrato sì e no 20 persone. Nel primo pomeriggio, visto che le nebbie offrono solo brevi tregue, iniziamo la discesa verso valle. Scendiamo non dalla stessa via di salita, come fanno tutti, ma nel
Vallone dell’Alpe di Schluder col sentiero 5A, ripido all’inizio ma poi più agevole. La valle è magnifica e selvaggia, scende per balze pratose sempre più ampie.
In discesa, vista verso la Punta di Sluder
Vista verso SE, dal Gioveretto a Cima Venezia
Discesa per il selvaggio Vallone di Sluder
Facciamo una sosta presso un piccolo specchio d’acqua, e qui rimaniamo a bocca aperta:
all’improvviso appare nel cielo un maestoso gipeto! Con la sua enorme apertura alare di circa 3 metri (sembra un aeroplano!) volteggia rapido a ridosso delle rocce. Lo vediamo a più riprese, sbucare dai valloni e dai costoni, ma riesco a fare solo una foto, assai brutta perché è troppo lontano e contro le rocce, ma l’emozione è grandissima, non l’avevo mai visto!
La foto è bruttissima ma questo meraviglioso gipeto era troppo lontano per uno scatto decente, grande emozione comunque!
Specchio d'acqua
Vista sul Gioveretto m 3439, salito qualche anno fa
Dopo questo bel “regalo” scendiamo ancora di quota, incontrando una bella
vipera berus imbambolata sul sentiero, che però fugge via soffiando energicamente per nascondersi sotto un sasso. Raggiungiamo l’incantevole radura di
Malga Sluder 2073, purtroppo scempiata in parte dalla presa di un acquedotto.
Discesa dall'Alpe di Sluder
Vipera berus
Zommata sulle montagne SE, dove spunta la piramide del Gioveretto - Zufrittspitze
Ma i brividi non sono finiti: un cartello ci avvisa che il
sentiero è chiuso per manutenzione, anche se non riusciamo a capire quale di quelli che si incrociano in zona (scopriremo poi che è il n 34). Noi dobbiamo fare un lungo traversone per tornare a Stallwies, in caso contrario dovremmo scendere sul fondovalle della val Martello e poi risalire più a sud per riprendere la macchina, ergo altri 500 metri di dislivello “agratis”, una prospettiva che ci getta nello sconforto.
L'incantevole Malga Sluder
Il traversone finale attraversa per bel sentiero, pressoché pianeggiante, i costoni delle Frane di Sluder
Per fortuna il sentiero n 8 che attraversa
“Le Frane di Sluders” (nomen omen) è magnifico e intatto, a parte qualche trascurabile piccolo franamento. Rientriamo quindi felicemente al Maso Stallwies, dove ci concediamo una merenda con uno squisito
tagliere di affettati e formaggi, accompagnato da una bella birra fresca. Giornata conclusa splendidamente, con un giro magnifico in definitiva piuttosto facile, a parte l’alta quota. Sviluppo 14 km, dislivello 1350 metri.
Ghiotta merenda a Maso Stallwies
Il percorso