Autore Topic: vivere in una baita in montagna (per davvero)  (Letto 38032 volte)

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Offline AGH

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #15 il: 12/03/2014 21:12 »
Ma se il problema è star lontani dagli altri... non è più semplice cercarsi una casetta nell'entroterra di Sicilia o Sardegna? Costa infinitamente meno, almeno il problema freddo è risolto e ci coltivi quasi tutto l'anno. Una baita in Trentino non troppo in alto, non diroccata, non costosa, col ruscello e 200 ettari di bosco da tagliare a proprio piacimento è come volere una casa singola, nuova, di minimo 200 mq a massimo 20 minuti da Trento e per non più di 200.000 euro...

si in Trentino penso sia impossibile, a meno di una terribile botta di culo. Più semplice probabilmente sull'Appennino, o forse in Sardegna.... Ma forse il nostro amico cercava proprio una baita nelle alpi... Già in Veneto credo ci siano più possibilità... sulle pendici del Grappa ho visto decine e decine di casupole che parevano abbandonate... anche bei posti...
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Offline Larry

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Re:vivere in una baita in montagna (per finta)
« Risposta #16 il: 12/03/2014 21:51 »
Non ci sono stato ma più che parole come “fascino” e “magia” a me certi deserti borghi della Val Carazzagno, o d’altre simili località, fanno venir in mente, con riferimento a case in pietra e strutture in legno, parole come “sfasciate”, “semidistrutte”, “sventrate”, “pericolosamente scricchiolanti”, “miseramente fatiscenti”.

Trovo illuminante il messaggio di Lorenzo, o, come dicevan tutti, Renzo.

Più che un posto in Sicilia o in Sardegna, ne preferirei allora uno alle Maldive, per pescare al largo di un’isoletta non turistica.
Tra un centinaio d’anni, o giù di lì, finiranno sottacqua (le Maldive, non Sardegna e Sicilia) per cui, pensando al loro futuro da isole acquatiche fantasma, mi sento invaso da “struggente tristezza”, tanto che, in previsione, “la nostalgia del tempo e del mondo perduto trafiggono il cuore”. Il cuore… se ne avessi uno lo trafiggerebbero sicuramente.
Anche Marte è fascinoso: un corpo celeste mezzo morto da far rivivere grazie a esponenti della stessa specie che sta facendo morire il proprio pianeta ospitante.

Comunque chi ha in mente il finale del film “Le ali della libertà” sa che da qualche parte c’è sempre una messicana Zihuatanejo, o più semplicemente un’agreste Buxton del Maine, ad attenderci. 


SPOILER

E sa soprattutto che quel posto, ovunque sia nell’universo, è tutto fuorché reale.
Chiamala, se vuoi, pseudoillusione.
« Ultima modifica: 12/03/2014 22:21 da Larry »

Offline iw6bff

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #17 il: 13/03/2014 10:28 »
E quando siamo morti con la vita come la mettiamo?
Cosa c' entra?
Mi riferivo al fatto che in inverno hai solamente ghiaccio, non acqua.

Offline Alverman

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #18 il: 13/03/2014 10:52 »
Escludi a priori la zona Grappa, non ci sono ruscelli a quota 1300 come in tutte le prealpi, occorre scegliere terreni impermeabili.

Offline AGH

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #19 il: 13/03/2014 10:59 »
Escludi a priori la zona Grappa, non ci sono ruscelli a quota 1300 come in tutte le prealpi, occorre scegliere terreni impermeabili.

ma scusa, e tutte le casupole che si vedono sulle pendici, come facevano? Da qualche parte l'acqua la dovevano pur prendere...
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Offline Alverman

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #20 il: 13/03/2014 14:35 »
ma scusa, e tutte le casupole che si vedono sulle pendici, come facevano? Da qualche parte l'acqua la dovevano pur prendere...

Per le bestie ci sono le pozze e per le persone ci sono le vasche interrate  tutte alimentate dall'acqua piovana, ricuperata dalle falde dei tetti nel secondo caso.

Anni fa nei periodi prolungati di  siccità una malga veniva rifornita d'acqua con le autobotti dei pompieri, mentre durante la prima guerra mondiale furono costruiti degli impianti di sollevamento dell'acqua, dalla valle alle cime, ma erano altri tempi.

Eh... se il Grappa avesse l'acqua sarebbe un enorme villaggio, ovviamente parlo del versante Nord ma non credo che a sud sia molto diverso.

Anzi a dire il vero il Grappa ha tanta acqua ma sgorga a livello della pianura, ad esempio vedi la valle di Schievenin che rifornisce la provincia di Treviso, la valle dello Stizzon che abbevera Feltre.

E comunque se uno volesse vivere da semi-eremita difficilmente troverebbe un posto isolato nel massiccio vista la grande quantità di strade forestali aperte negli ultimi anni.

Forse meglio indirizzarsi verso l'alta Lombardia o Piemonte orientale.

Offline Normanno

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #21 il: 13/03/2014 17:03 »
Facevo riferimento a un eremitismo semi-autosufficiente, non ad attività lavorative che implichino lo spartirsi spesso con altra gente.

Capanna di tronchi di legno (con camino e stalletta) disponibile nei boschi, a una quota di media montagna (circa 1300 metri). Occorre questa. Per me è difficilissima da trovare e lo metto bene in chiaro. Di questa ho chiesto perché è questa che non riesco a trovare.

Dovrebbero poi aversi a disposizione principalmente, per sopravvivere a lungo termine, dal mio punto di vista:
- ruscello/sorgente (per l'acqua)
- legna (per scaldarsi e cucinare)
- poche capre (latte e formaggio)
- poche galline (uova)
- erba (pascolo e fieno da immagazzinare)
- patate e fave (vanno bene da coltivare insieme, e le seconde sono utilizzabili anche come foraggio per le bestie)
 
Ok ai frutti di bosco.
Ok alla fungaia di pleuroto auto-coltivata.
La segale col tempo sì, da tenere in considerazione, per arrivare ad avere del pane, se proprio non ci si accontenti più delle patate.

Ok ai libri da leggere.

No a telefoni, auto, corrente elettrica, gingilli tecnologici.


L'idea è affascinante, ovviamente se uno ha famiglia, come il sottoscritto, le cose si complicano! Nel concreto avrei delle perplessità riguardo alla quota per la coltivazione delle fave ed inserirei pecore (lana per vestiti, corde etcc...) mentre limiterei le capre (che tendono a devastare i prati se gli stessi non sono molto estesi in quanto strappano l'erba invece di brucarla) magari a vantaggio di qualche maiale di quelli piccoli che richiedono poco (ma danno tanto!)
Non so in trentino, in Alto Adige darei un'occhiata a valli laterali come la Val Mazia.

Offline kobang

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #22 il: 13/03/2014 18:26 »
Una soluzione come quella di LARRY verrebbe subito inibita dalle locali autorità:certificato abitabilità?smaltimento rifiuti? norme igieniche (wc e relativa raccolta)?,certificato di residenza? Controllo veterinario sulle capre? e via di seguito.
Sono problemi oggettivi,purtroppo,non tentativi di scoraggiare.
Questo sogno lo coltivo anch'io e con molte possibilità di realizzarlo avendo la baita idonea e terreno;solo preferisco godermela come rifugio temporaneo:non sono pronto nè motivato per un taglio netto con la rete di amici e famiglia e non sono così al limite da volermi isolare!
Ripeto la capanna da sopravvivenza è più fattibile dal pdv dell'adattamento alla precarietà che non sotto il profilo di leggi e regole.
Un baitello minimale con bosco e prati sufficienti all'autosufficenza,a mezza montagna,richiede ad oggi un bel gruzzolo per l'acquisto.Le baite non hanno risentito delle crisi di mercato perchè sono di fatto beni voluttuari...

Offline Xtreme

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #23 il: 13/03/2014 18:44 »
Nella valle del Mis, tra Gosaldo e Rivamonte Agordino, ci sono molti borghi (una o più case) abbandonati in mezzo al bosco. Alcune case sono anche molto belle e grandi. Son tutte collegate tramite vecchie mulattiere. L'acqua la si trova nel fondovolle, ma ci sono anche dei torrentelli che scendono.

Offline Larry

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #24 il: 13/03/2014 19:47 »
La valle del Mis non è infestata dalle zecche?

Offline Xtreme

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #25 il: 14/03/2014 18:41 »
Sì ce ne son parecchie. Ma sono sempre creature del signore  ;D

Offline Larry

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #26 il: 14/03/2014 19:54 »
Non esistono divinità, se non come illusioni.

Le creature viventi - zecche o scimmie - sono figlie, lasciando stare l'aspetto radiativo, dell'assemblaggio materiale (subnucleare-atomico-molecolare-cellulare...), che potrà apparire prodigioso (anzi, per i cavernicoli, addirittura opera del Signore Dio Onnipotente!), ma che si rivela frutto del caso, se lo si considera lucidamente, su tempi morti "eterni". Basta una coincidenza dopo 40 mila miliardi di non coincidenze per fare un miracolo e invocare un Creatore?

C'è, fra le creature inanimate - per restare più o meno in tema -, anche il pelmiano "Caregon del Padreterno", o "Trono di Dio". Possiamo attribuire alle montagne e alle bestie tutti i nomi che vogliamo, ma restano tutte figlie del nulla (comprese quelle che si autoclassificano come le più sapienti).

Le montagne non ci avvicinano di più a Dio, ma alla tropopausa.

L'incontro con le zecche non ci avvicina di più al Signore, ma all'eritema migrante.

Offline Selvagem

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #27 il: 14/03/2014 21:19 »
Scordati la baita trentina, qua si usa tenersela stretta per fare allegre bisbocce familiari  o passarci meravigliose giornate da eremiti.... ;)
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Offline Larry

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #28 il: 14/03/2014 22:38 »
Più che i trentini, sono gli altoatesini a tenersi ben stretti i loro masi (chiusi) e a portare avanti l'agricoltura di montagna a conduzione familiare, anche se nella forma "corrotta" dell'agriturismo - agricoltura montana che in trentino può ritenersi nel complesso morta, almeno dal mio punto di vista, come provincia nel suo insieme (rivolta tutta all'infestante turismo di massa; ma così accade anche nella meno concorrenziale provincia bellunese, o altrove).

Una più o meno usufruibile disabitata casetta nel bosco l'avrei anche trovata in Trentino, durante tutte le mie ricerche (non rivelo il posto, ma è da qualche parte fra i boschi nel Lagorai), e se volessi potrei anche provare ad occuparla e starci (avrei delle grane sicuramente, ma non così insormontabili come uno potrebbe immaginare - pensate alle storie di occupazione degli ecovillaggi, agli "Elfi", ecc.).
Il comune trentino bloccherebbe appunto questa baita, Selvagem, non per scopi di sussistenza ma per far baldoria, attraverso gruppi di non meglio specificati mangiatori estivi di polenta, un anno sì e - metti - tre anni no. Che tristezza.
E non parliamo delle "magnifiche" comunità.
Il vivere veramente in montagna non interessa a nessuno. In pratica, anzi, i vari enti fanno di tutto per non fartelo fare. E io stesso, tra l'altro, non sono così convinto di volerlo fare.
Forse vi è sfuggita infatti una parte rilevante, quella in cui sottolineavo il carattere illusorio del vivere felicemente nella baita. I fotogrammi stampati nella mente di solitaria felicità perpetua in baita non hanno niente di reale.

Di eremiti vecchio stampo, poi, non ne esistono più. Anche Quintino Corradini è meno eremita "hard" di quanto uno possa pensare in base a servizi giornalistici o televisivi.

Per finire, più che la baita in montagna, a me piacerebbe una casettina in (una) campagna (non afosa), che però "dalle nostre parti" trovo molto più contaminata del monte (basti pensare ai diserbanti/pesticidi nei suoli e all'inquinamento delle acque) - e comunque c'è il mio nichilismo di fondo ad assestare sempre il colpo di grazia.

Offline Selvagem

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Re:vivere in una baita in montagna (per davvero)
« Risposta #29 il: 15/03/2014 01:30 »
Con la tua filosofia un posto vale l’altro, anche se l’opzione montana è sicuramente la più difficile e  impegnativa, burocrazia o no. La tua  sarebbe scelta estrema, che nel nostro immaginario è un sogno antico, non impossibile ma non indispensabile, ai più.  Che dura una stagione in malga o in campeggio,  o lo vivi nelle fughe dallo stress della vita quotidiana nei masi o nelle baite.  Ecco, un orticello, la legnaia, i lavoretti di manutenzione, i pisolini lontani dall’afa di fondovalle, i funghi, le escursioni, la montagna, i suoi suoni, il suo respiro, queste sono le nostre icone….ma poi è dura, in inverno, non avrebbe un senso se non, e chiudo il cerchio, filosofico. E poi si sconfina nel masochismo.

Post scriptum: quando Venezia si potrà visitare solo in batiscafo si starà stretti pure lassù….. al bait 
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