In vetta a Cima Saent
Vagolando in Google Earth come faccio spesso per cercare ispirazione per i miei giri, mi imbatto in una
vasta conca a 2500 metri di quota, senza sentieri o tracce sopra la
Valle del Saent (val di Rabbi). Possibile? Indago meglio con le carte: è contornata da una
serie di cime oltre i 3000 metri, sembrano molto interessanti da fare in traversata. Il nostro turbo-forumista Trab, che ha fatto anni fa un giro nella zona, mi conferma che le creste sono facili.
Da Cima Collecchio la vista dei "giganti" all'orizzonte
Il giro che ho in mente di fare da sx a dx: salire a Cima Careser e traversare a Cima Rossa di Saent, quindi scendere al rif. Dorigoni
Il dislivello però è molto pesante, circa 2000 metri: per limare 150 m e una ventina di minuti a piedi, sfrutto quindi
la navetta che dal parcheggio del Coler 1386 mi porta a
malga Stablasolo 1539. Col sentiero 106 raggiungo in breve il Doss dela Cros quindi col 128 inizio a salire decisamente di quota fino al bel
Baito Campisol 2126.
Doss dela Cros
Baito Campisol
Baito Campisol basso
Ancora Baito Campisol basso, sullo sfondo il Passo Giogo Nero e a dx il Collecchio
Abbandono quindi il
sentiero del “Giro delle Malghe” che procede verso sud per seguire una traccia che si inerpica
in direzione ovest per uno stretto valloncello che poi si allarga nella bella e
quasi pianeggiante Valle di Campisol, solcata da un torrente gorgogliante.
A quota 2400 si apre una spettacolare piana pratosa, un vero paradiso in terra: in lontananza echeggia lo scampanìo di un gregge di pecore, al centro il piccolo
baito di pietra Campisol Alto 2433.
Valle di Campisol
Baito Campisol Alto
Vista su Cime Sternai
C’è il pastore coi suoi due cani,
Teodoro Daprà, un pezzo d’uomo alto un metro e novanta,
uno degli ultimi pastori transumanti di Rabbi. Scambiamo due chiacchiere: si lamenta che la pastorizia diventa sempre più difficile, aveva un gregge di 1500 pecore ma ho dovuto venderne un buona parte, troppe difficoltà, troppa burocrazia, fare il pastore oggi è un’impresa. Ora gliene sono rimaste 500, questo è l’ultimo giorno di alpeggio e domani scenderà a valle. I tempi “moderni” non gli piacciono troppo: nessuno si accontenta di vivere con poco come una volta: tutti vogliono di più e sono sempre scontenti di quel che hanno. Lui però sembra sereno in questo paradiso terrestre, in una natura spettacolare e coi due cani che gli corrono intorno festosi ogni volta che muove un passo. Forse Teodoro è uno dei pochi che ha capito tutto quel che c'è da capire. Ci salutiamo stringendoci la mano.
Teodoro Dalprà, uno degli ultimi pastori transumanti di Rabbi
Scritte e disegni dei pastori all'interno del Baito
La magnifica piana col Baito Campisol Alto
Vista sui laghi e cime di Sternai
Ora non c’è più nessuna traccia da seguire ma la salita appare abbastanza semplice: si tratta di salire per dei costoloni erbosi e poi, con un traversone, guadagnare il crinale e da lì salire fino in vetta. Dopo 1500 metri di dislivello però arriva una crisi da fame e devo fermarmi per mangiare qualcosa. Riprendo la marcia e, raggiunto senza difficoltà
il crinale abbastanza ampio e comodo, guadagno lentamente quota risalendo per facili sfasciumi di pietre a "scaglie" e quindi quasi sempre ben assestate. Sentieri o tracce non ce ne sono, solo qualche ometto qua e là aiuta a tenere la direzione giusta.
Dal crinale di Cima Careser verso la valle di Campisol
Baito Campisol e a destra la dorsale di Cima Careser
La dorsale è lunga ma finalmente arrivo a
Cima Careser 3186! Una spettacolare vista si apre sulla vedretta sottostante, dove vedo due “puntini”, due escursioisti, diretti verso la
Bocca di Saent. il ghiacciaio fa un po’ impressione, è rimasta poca cosa rispetto ad un tempo, ma il fascino è sempre intatto. Mi chiedo se non sia pericoloso attraversarlo...
Quasi in vetta a cima Careser, con vista sulla Valle di Campisol e a dx Cima Ponte Vecchio
Zoomata su Cima Ponte Vecchio con Presanella sullo sfondo
Vista da Cima Careser, sullo sfondo al centro Cima Cevedale
Due escursionisti stanno salendo dalla Vedretta del Careser
Panoramica a 360° da Cima Careser
Guardo quella che dovrebbe essere ora la mia prossima mèta: Cima Rossa di Saent 3347. Sembra lontana e non appare molto “amichevole”, piuttosto ripida e ostile. Decido allora di scendere comunque alla Bocca di Saent e poi da lì vedrò il da farsi.
Dalla Bocca di Saent verso Cima Rossa di Saent 3347, non sembra proprio una passeggiata...
Come accade non di rado in montagna, le distanze sono meno ostiche di quel che sembrano a prima vista. Raggiunta rapidamente la forcella per facilissima dorsale, decido di proseguire alla cima, in fondo sono solo 200 metri di dislivello e, a questo punto, anche se ne ho quasi 1700 sul gobbo, ci arrivo anche a costo di salirci in ginocchio.
Sguardo verso Cima Rossa di Saent, ultima cima a dx; ce la farò?
Bocca di Saent sud, in centro la Cima Rossa di Saent 3347
Sguardo indietro verso cima Careser
Vista sulla Valle di Saent verso il rif. Dorigoni
Traverso sotto cima Mezzena per pietraie scomode fino alla
Bocca di Saent nord 3119, poi attacco il crinale SE che è abbastanza facile, a parte alcuni tratti di roccia e grandi macigni più difficoltosi da superare. Qualche ometto aiuta, ma non troppo: salgo a intuito evitando gli sfasciumi più faticosi e senza grossi problemi sono alla
Cima Rossa di Saent 3347!
In vetta a Cima Rossa di Saent - Hintere Rotzspitz
Il panorama è assolutamente grandioso, sono affacciato verso nord sulla
Vedretta di Grames e
Vedretta Serena, sullo sfondo verso ovest i “soliti”
Vioz,
Palon dela Mare,
Rosole,
Cevedale,
Zufall,
Gran Zebrù, Ortles. Rivedo
Cima Marmotta, salita di recente. Verso est la visuale è chiusa dalle imponenti
Cime di Sternai. Uno spettacolo meraviglioso che non mi stancherei mai di guardare.
Vista a 360° da Cima Rossa di Saent
Vista verso le cime dal Vioz al Cevedale
Sguardo verso le Cime Sternai
Sua maestà Gran Zebrù (a sx), Zebrù e Ortles
Il tempo però inizia a stringere: mi aspetta una
lunga discesa verso il Rifugio Dorigoni 2436. Accarezzo l’idea di fermarmi la notte al rifugio se c’è posto... Torno quindi indietro per la stessa via di salita verso la Bocca di Saent e, visto che sono lì a pochi passi, salgo anche
Cima Mezzena 3121. Quindi giù di nuovo alla Bocca di Saent e poi la
lunga discesa col sentiero 104 verso il rifugio, dove arrivo verso le 18.30.
Mi aspetta una lunga discesa verso il rif. Dorigoni
Saxisafraga bryoides alla Bocca di Saent
Sarei ancora in tempo per scendere giù al Coler dove ho l’auto prima che faccia buio ma, visto che il tempo per il giorno seguente è ancora ottimo secondo le previsioni meteo, chiedo se hanno un posto letto al rifugio. C’è! Sistemo le mie cose, mi rilasso un attimo e poi vado a cena. Ordino un ottimo minestrone che resusciterebbe i morti, poi a nanna in un camerone con un caldo africano. Il giorno dopo deciderò che fare: forse
Sternai, forse
Collecchio.
Cala la notte sul Rifugio Dorigoni
Giro abbastanza lungo con poche difficoltà tecniche ma di discreto dispendio fisico. I panorami dalle cime sopra il ghiacciaio sono a dir poco commoventi. Emozionante come sempre muoversi fuori sentieri e fuori traccia, con una sensazione impagabile di libertà assoluta. Sviluppo km 18,2, dislivello m 1900 circa
Il percorso
2° giorno: Traversata Rif. Dorigoni - Cima Collecchio 2957http://girovagandoinmontagna.com/gim/ortles-cevedale-le-maddalene-vegaia-tremenesca/(cevedale)-traversata-rif-dorigoni-collecchio-gleck-2957-laghi-corvo/