Il Vioz con la Val de la Mare visti dal sentiero dei Larici di CavaionQuesto lunghissimo traversone (quasi 15 km!) che si sviluppa attraversando quasi tutto il versante orientale della Val di Pejo,
dalla zona del Lago Careser fino quasi a Cogolo, è un itinerario che avevamo adocchiato da tempo. L'idea originaria era di fare
il crinale lungo la dorsale che collega Cima Cavaion a Passo Cercena (o Cercen). Vista la quota però -si viaggia sul filo dei 2600-3100 metri- e il periodo non propizio per la presenza ancora notevole di neve in quota, abbiamo individuato un percorso più a bassa quota che si sviluppa lungo
il sentiero 140.
Ci siamo quindi serviti di
due auto: lasciata la prima sopra Cogolo, lungo la strada che porta a Malga Levi in prossimità del divieto a 1300 mt circa, ci siamo portati con la seconda auto in Val de la Mare fino a
quota 1983 al parcheggio della Centrale sotto il Lago Careser.
Con il
sentiero 123 saliamo quindi in direzione del Lago Careser, rimontando i circa 400 metri di dislivello che ci separano dal
bivio col sentiero 140, sopra il bel
Lago delle Lama. Un traverso si stacca verso sud e qui troviamo la prima rogna, un ripido canalino ancora pieno di neve. Traversiamo con grande prudenza, pur senza calzare i ramponi che ci siamo comunque portati dietro per ogni evenienza. Il tratto per fortuna è breve e la neve cedevole al punto giusto, gli scarponi fanno buona presa. Superato questo ostacolo aggiriamo la dorsale e ci affacciamo sul grandioso versante ovest di
Cima Cavaion m 3120. Vediamo dei camosci in lontananza che fuggono al nostro arrivo a gambe levate.
Iniziamo dunque la lunga traversata, secondo i nostri calcoli ci aspettano quasi 15 km di cammino. Il sentiero cala di quota assecondando il grande impluvio, e con un eterno traversone cala gradualmente lungo il costone, attraversando un bosco rado di larici secolari, i
Larici di Cavaion: pare che il più vecchio larice risalga all'anno 1350! Proseguiamo attraversando parecchi canaloni spazzati visibilmente dalle valanghe, traversando distese spettrali di tronchi, radici, grossi rami spezzati, i pochi alberelli superstiti piegati per terra.
Grossomodo sulla verticale di Malga Pontevecchio, dalla quale si può eventualmente salire col sentiero 140bis accorciando il percorso, attraversiamo un altro nevaio, per fortuna non ripido, anche stavolta facciamo a meno dei ramponi. Meraviglioso il panorama sul Vioz, che ci sovrasta con la sua mole. Arriviamo a
Malga Verdignana m 2076, deserta e piuttosto malandata. Di qui ci sono ben 3 sentieri che proseguono verso sud, noi scegliamo quello più basso per evitare altri nevai da attraversare, anche se la variante più alta, che sale di altri 200 metri di dislivello, deve essere molto più spettacolare e panoramica.
Il nostro sentiero invece attraversa placidamente, in leggera discesa, un bel bosco di larici e cirmoli, col frequente "tramestio" nella boscaglia di camosci e cervi che riusciamo a vedere solo per qualche secondo. Incontriamo qualche difficoltà per attraversare un altro canalino, stavolta franoso, ma passiamo comunque dopo aver ravanato un po'. Proseguiamo ancora la lunghissima marcia nel bosco, sempre in costa, ora con leggeri saliscendi, avvistiamo quindi l'abitato di Pejo ormai in controluce, che ci preannuncia l'arrivo alla bellissima
Malga Levi a m 2015. Di qui si può salire col sentiero 109 fino a passo Cercena m 2623. Ora il nostro itinerario volge al termine, iniziamo la discesa passando per
Malga Borche m 1808 quindi, tagliando qua e là qualche tornante di strada forestale arriviamo, abbastanza stanchini e cotti dal sole, fin sopra al
Cucol, sopra Cogolo, dove abbiamo l'auto. Gran bel giro, decisamente consigliato a parte la seccatura delle due auto. A parte tre tizi tedeschi incontrati all'inizio del giro nei pressi di Malga Mare e diretti al Lago di Careser, in tutto il giorno non abbiamo incontrato nessuno!