Lago di Crespeina con Puezstpize sullo sfondo
Arrivando al
Passo Gardena dopo
“La traversata nel deserto” del Gruppo di Sella di alcune settimane fa, ero rimasto colpito dalla corona di cime del
Gruppo di Puez. Territorio a me totalmente ignoto, per cui urgeva porre rimedio. Inizialmente volevo solo dare un’occhiata al
grande altopiano carsico verso l’interno, dove occhieggia l’incantevole
Lago di Crespeina. Poi, guardando meglio, ho visto che non troppo distante c’era il famoso
Sassongher m 2665, e quindi potevo provare ad allungare il giro e salirci.
Partenza con lo sfondo del Gruppo di Sella
Col dala Pieres con le Odle sullo sfondo
Passo di Crespeina
Poco sopra passo Gardena
Con le varie carte progetto un
anello di una ventina di chilometri. Le difficoltà di salita del Sassongher non sono molto chiare: le relazioni online dicono “facile”, ma consigliano imbrago. Porto uno spezzone di corda, non si sa mai, e un moschettone. Parto un paio di tornanti poco
sotto Passo Gardena per non farmi taglieggiare dal parcheggio, risalgo rapidamente per una pista da sci che mi porta all’arrivo dell’impianto dove c’è uno chalettone:
l’Utia Jimmy m 2222. Di qui col
Sentiero n 2 - Alta via delle Dolomiti, raggiungo velocemente una
sella senza nome, oltrepassata la quale entro in un
paesaggio fatato con piccole vallette che si insinuano tra centinaia di alti pinnacoli rocciosi. Veramente sorprendente.
Sguardo verso il Sella
Verso Passo Crespeina
Sguardo indietro verso il Sella
Un altro breve strappo e sono a
Passo Cir a m 2469, che si affaccia nel grandioso vallone di
Val de Chedul, chiuso a nord da una
imponente barriera rocciosa. Con un traversone calo ora leggermente di quota verso la testata della valle, dove con un altro breve strappo raggiungo il
Passo Crespeina 2528, che si spalanca sulla magnifica
conca con il Lago di Crespeina 2358. All’orizzonte l’incredibile
altopiano desertico di Puez dove spicca in lontananza quello che sembra una specie di cono vulcanico, il
Col dala Sone 2633. Sembra di essere sulla luna!
L'Altopiano di Puez
Sono indeciso se fare il
Sas Ciampac 2672 che è solo a mezz'ora dal passo, ma poi decido di andare a vedere il lago, quindi scendo 200 metri di dislivello per raggiungere le rive pianeggianti del
Lago di Crespeina 2358, uno specchio d’acqua dalle acque azzurrissime. Sarebbe un magnifico posto per un bel picnic sulle rive pratose, ma dopo un po’ di foto riparto di buon passo per non perdere troppo tempo, il giro è ancora lungo.
Lago di Crespeina
L'Altopiano desertico di Puez con il Col dela Sone al centro
Lago di Crespeina, sullo sfondo il Col dala Pieres
Sguardo indietro al Passo di Crespeina
L'altopiano desertico di Puez
In leggera salita ora recupero un po’ di dislivello fino alla panoramica
Forcella de Ciampac 2366, affacciata da una parte sulla profonda gola della alta
Val Longia, e sulla conca del
lago effimero de Ciampac, in questo periodo asciutto, dall’altra.
Dalla forcella posso anche vedere per la prima volta il Sassongher: fa abbastanza paura! E’ un colossale torrione dalle pareti verticali, apparentemente inaccessibile.
Il Sassongher visto dalla forcella di Ciampac, a sx
Vista verso il Piz Boe
Decido di allargare ancora il giro alzandomi leggeremente di quota e
salendo in direzione del rifugio Puez 2475. Dopo un po’ abbandono il sentiero e taglio per le
facili e bellissime distese carsiche di rocce e prati alpini, un paesaggio magnifico.
Intercetto il sentiero n 5 fino ad un
sella senza nome a quota 2600 circa.
L'altopiano carsico salendo verso il passo sopra forcella Sassongher
Verso il Sass Ciampei
Appena scollino
rivedo il Sassongher stavolta dal versante NO: da questo lato fa ancora più paura! Non si capisce dove sia la salita “facile”: si vendono le tracce del sentiero su degli strampiombi tremendi. Incontro una coppia a cui chiedo lumi: uno dice “c’è una lama di roccia un po‘ esposta, bisogna stare attenti”. Già mi immagino appeso come una scimmia ad una lama di roccia a picco su un baratro vertiginoso…
Dalla sella senza nome il profilo piuttosto terrorizzante del Sassongher
Sul ciglio della Val Juel
Zommata sul percorso di salita dal versante nord
Per salire al Sassongher ora
devo scendere per 200 metri di dislivello per balze ripide, quindi devo risalire di nuovo fino alla
Forcella Sassongher 2435. Di qui la salita sembra meno terribile in effetti: il sentiero sul
costone ripido di terra dura ed erosa dall’acqua è scalinato abbastanza bene. Inizio a salire, senza difficoltà, con stretti zig zag che mi portano fino
alla base delle rocce dove ci sono le prime corde fisse.
Il sentiero che porta alla forcella Sassongher e la salita alla cima
Salendo alla cima, spunta l'Alpe di Fanes all'orizzonte
Mi faccio l’imbrago di emergenza con lo spezzone di corda e parto su roccette facilissime, saranno un 1° grado. Dopo neppure 30 metri finiscono le corde e inizia una specie di stradello roccioso che sale con pendenza modesta in costa. Man mano che salgo il percorso diventa sempre più facile e capisco che il tratto “difficile” era quello in basso appena superato. Insomma a farla breve arrivo in cima al Sassongher 2665 senza alcun’altra difficoltà. Mi ero preoccupato inutilmente per nulla!
In vetta al Sassongher!
Incredibile come da lontano la cima del Sassongher sembrasse ostica e irraggiungibile! Lo spettacolo dalla vetta è qualcosa che lascia senza fiato. Si vede il mondo, in un giro di orizzonte stupefacente dei
principali gruppi Dolomitici tra Veneto, Trentino e Alto Adige: Marmolada, Sella, Sassolungo, Odle, Puez, Tofane, Pelmo, Antelao, Civetta, Averau, Agner (Pale)... e altre decine di cime, forse centinaia, che non conosco. Uno spettacolo grandioso come pochi.
Ozio un po’ in cima, sono arrivato in vetta prima del previsto. Il ritorno però è ignoto e ancora lungo, meglio iniziare a scendere. Così a malincuore
calo fino alla forcella Sassongher e poi proseguo per l’anello previsto
scendendo per il ripido costone di nordovest. Il sentiero è a tratti un po’ esposto ma ben segnato e non ci sono problemi.
In fondo ci sono un paio di sorgenti d’acqua che filtra dalle rocce, altrimenti introvabile lungo tutto il tragitto.
Ora di scendere...
Gli impressionanti baratri poco sotto la cima
Vista verso le Odle scendendo per il versante NO
Raggiungo il
fondovalle presso il ristoro Edelweiss, con una sorpresa poco piacevole:
la strada sterrata che pensavo pianeggiante sale invece per altri 200 metri di dislivello, costeggiando una pista di sci, fino al
Rif. Forcelles a m 2100 circa. Di qui ancora per stradello scendo in una
splendida conca con baite e prati falciati alla perfezione che sembrano quasi pitturati. Quindi con un
magnifico sentiero tra mughi e cirmoli, faccio un
lunghissimo traversone fino al Passo Gardena, pressoché pianeggiante, con scorci spettacolari sulle cime del Sella alla luce radente del tramonto. Mi ricongiungo quindi, come previsto, al sentiero dell’andata, poco sopra il tornante dove ho la macchina. Escursione direi perfetta
Paesaggi da Montagne Rocciose
Scorci meravigliosi alla luce del tramonto
Il magnifico sentiero di rientro al passo Gardena
Vista verso la Val Badia
Rientrando verso Passo Gardena, con le cime del Gruppo di Sella
Gregge presso Passo Sella
Giro un po’ lungo ma complessivamente facile: la salita alla cima del Sassongher è facile ma richiede comunque piè fermo su sentiero sdrucciolevole, c'è un breve tratto attrezzato di circa 20 metri su roccette facili, poi i cordini costeggiano il sentiero in cengia per poche decine di metri. I panorami sono sempre grandiosi, quello dalla cima del Sassogher poi è qualcosa che, per chi ama la montagna, è semplicemente indimenticabile. Sviluppo km 19, dislivello 1200 metri.
Il percorso