La forra dell'Avisio sotto la frazione di Gresta
Ritorno sull’Avisio per “regolare i conti” con la forra che scorre
sotto la piccola frazione di Gresta. Nella esplorazione precedente
eravamo arrivati dopo un duro ravanamento di 20 km lungo il fiume ed eravamo un po’ stanchini: nell’ennesima tentativo di discesa verso il fiume avevamo trovato grosse difficoltà per la mancanza di sentieri agibili e per la solita vegetazione amazzonica. Avevamo quindi desistito. Poi, ravanando in salita avevamo intercettato senza volerlo, per caso,
un bel sentiero non segnato sulle carte, che scendeva gradualmente a mezzacosta verso sudovest e abbiamo seguito quello. Dopo un lungo traverso, anche in quel caso il sentiero si esauriva sulla riva dove però era impossibile proseguire per le solite rocce a picco.
Gresta
Gresta Bassa
Particolari dell'abitato di Gresta
La forra sprofonda verticale nel buio
Dopo meticoloso studio delle carte della zona, delle ortofoto etc, parto alla ventura. Stavolta sono da solo, prima di scendere al fiume girovago un po’ per l’abitato di
Gresta, in Val di Cembra. E’ diviso in due, a quote leggermente differenti, su un promontorio a picco sul fiume. Nell’ultima casa ristrutturata del paese, incontro
un signore che si scalda al sole: è uno di Trento che ha acquistato casa qui anni fa per stare tranquillo in campagna con sua moglie. Gli chiedo info su come scendere, quando gli dico che sto esplorando l’Avisio gli si illuminano gli occhi. Mi offre un caffè in casa, molto bella e accogliente. Provo un po’ di invidia, abita in un piccolo paradiso. Dopo un po’ di chiacchiere riparto, è l’ora giusta perché ho calcolato di scendere quando il sole basso all’orizzonte si infila brevemente nella forra.
La scalinata sotto al chiesa che conduce ai campi
Prima di scendere però non posso fare a meno di dare
una occhiata al cimitero, per i quali provo sempre un'enorme curiosità, specie se si tratta di piccoli cimiteri di montagna. Le facce degli estinti sulle tombe più antiche, di un secolo fa e più, raccontano un mondo perduto e in parte inimmaginabile. Paesani morti o dispersi in guerra, oppure deceduti nelle "americhe" in cerca di fortuna dopo le prime migrazioni bibliche di fine '800.
Vicino alla chiesa c’è una indicazione “Torrente Avisio” che mi fa ringalluzzire, ma l’entusiasmo dura poco:
poco sotto il il sentiero si perde in mille rivoli per i campi terrazzati. Con un po’ di intuito e di memoria ritrovo
la traccia di due anni fa: in questa stagione la vegetazione è meno invadente e provo a insistere.
La traccia è vaga e invasa dai rovi, c’è
una specie di viottolo che scende ripido tra i campi e i muretti a secco, con qualche traccia di piccole scalinate. Mi scortico le mani, per fortuna ho una vecchia giaccavento e posso permettermi di sbrindellarla passando tra cespugli con spine midiciali di 2-3 cm!
Dopo un po' la traccia di sentiero scompare e si deve scendere per una malagevole boscaglia
Spine micidiali a cui bisogna prestare molta attenzione
Groviglio micidiale
Vecchia Pegola inghiottita dalla vegetazione
Delle specie di liane avviluppano qualsiasi cosa
Si intravedono qua e là gli onnipresenti muri a secco
Eccomi finalmente sul fiume!
Attraverso una boscaglia faticosa tra rovi e liane che avviluppano tutto, anche una vecchia vigna con la pergola ormai distrutta. Quindi sono finalmente sulla riva dopo aver superato alcuni alberi schiantati. Quando si arriva sull’Avisio dopo una faticosa discesa si allarga sempre il cuore.
Il fiume fa un magnifico slargo uscendo dalla gola rocciosa. Purtroppo mi rendo subito conto che non farò molta strada: delle
pareti verticali impediscono di proseguire. Scendo allora un po’ verso valle, scattando un po’ di foto.
L'imbocco della forra, impossibile proseguire
Le rocce a picco sull'acqua
I sassi del fiume sono ricoperti di ghiaccio
L'Avisio è sempre magnifico....
Piscina naturale
Quindi risalgo la boscaglia e provo a seguire alcune tracce: una di queste conduce a un
ripido canalino attrezzato con staffe che scende ad una spiaggetta, roba da pescatori. Potrei scendere ma vedo che non potrei proseguire in alcun modo perché la forra è profonda con le rive a picco sull’acqua.
La risalita per la foresta amazzonica
Muri a secco inghiottiti da una vegetazione prorompente
Discesa ripida al fiume, meglio di no: anche perché poi non è possibile proseguire
"L'incubo verde": per fortuna in questa stagione la vegetazione è a riposo e non è troppo invadente
Muro a secco con scalinata
Le micidiali edere
Torno dunque all’abitato di Gresta e scendo a
“Gresta di sotto”. Anche qui girovago un po’ per le vecchie case, dove scopro angoli interessanti. Su una slitta di ferro c’è una
vecchissima teleferica accanto a grossi rotoli di cavi d‘acciaio, forse è la teleferica storica che univa le due rive del fiume.
Una casa antica, coi ballatoi in legno, ha degli insoliti simboli affrescati attorno ad una finestra: quasi certamente il simbolo dei ”Fiori delle Alpi”.
Antico maso con finestra decorata di raffigurazioni simboliche
Gresta Bassa
Una bellissima sculturina, notare i particolari della sedia a dondolo
Più a valle il proprietario del “Cervo d’Oro”, un bed&breakfast aperto da qualche anno, ha ripulito il bosco recuperando i muretti a secco e i
vecchi castagni secolari. Con un
comodo sentiero scendo fino al fiume, esploro un po’ le rive ghiacciate a valle e a monte, ma non faccio molta strada per le solite rocce insuperabili. Le pietre sono coperte da un velo di brina, devo procedere con attenzione, osservo molte orme di animali, la riva del fiume è sempre molto frequentata dalla fauna che qui trova un corridoio ecologico quasi indisturbato (a parte pescatori, cacciatori, boscaioli e qualche ravanatore occasionale
.
L'Avisio a monte di Gresta si divide in due rami
La stradella che scende al fiume, il bosco è stato ripulito per recuperare i vecchi castagni
Tre grossi castagni
L'imbocco della forra a monte di Gresta
Pietre ricoperte di ghiaccio
Fine della corsa: di qui non si passa
Risalgo il promontorio a picco sul fiume, che forma la forra con delle strette curve a “esse”: mi affaccio sul pauroso balzo di cento metri sull’acqua verde smeraldo, che si intravede tra la boscaglia. Impossibile passare a piedi. In ogni caso anche questo tratto dell’Avisio è esplorato.
Provo a risalire la riva per un po'
Ciottoli di varie forme e colori
Orme
Anche a monte non si passa...
Toh una pietra di granito! Chissà da dove arriva...
Grosso ceppo trascinato dalla piena
Affacciato sulla forra... un salto di 100 metri...
L'Avisio si intravede nella boscaglia sul ciglio della forra
E' quasi buio, ritorno verso Gresta Bassa e quindi alla macchina
Gresta Bassa
Capitello sulla stradella che risale a Gresta
Escursione breve di 7,5 km ma ugualmente interessante, l’abitato di Gresta è davvero un piccolo paradiso nascosto della Val di Cembra. E l’Avisio è sempre magnifico, anche stavolta mi ha regalato paesaggi bellissimi.
Il percorso: in giallo l'esplorazione odierna, le altre tracce sono esplorazioni precedenti in zona
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