La bella frazione dei Pianacci
Sono tornato a
Marigiàt, sotto l’abitato di
Piscine, per mappare alcuni sentieri, specie quello che collegava e collega tuttora questa località coi
Pianacci. Marigiat è semiabbandonata, mentre Pianacci dopo un periodo di oblio sta rinascendo ed è abitata prevalentemente d’estate: a parte un grande edificio diroccato, le case sono ben curate così come la campagna circostante, una piccola oasi di pace a pochi minuti di cammino dalla grande golena lungo il torrente Avisio.
Le case ai Pianacci sono state recuperate e ristrutturate, con le campagne circostanti ben curate
Pianacci, sullo sfondo spunta il campanile della chiesa di Piscine
Scorcio con sottopasso e roseto
Uno sguardo alla mappa austroungarica di metà Ottocento è molto interessante per capire come questo luogo in passato, come altri sui ripidi versanti della valle dell’Avisio, fosse molto più frequentato e vissuto: purtroppo la
gran parte della viabilità dell’epoca è stata inghiottita dalla vegetazione e oggi è impraticabile.
L'Avisio da Piscine, con le golene sabbiose
Vecchia mulattiera ancora ben percorribile
La vecchia mappa di metà 800 mostra Marigiat a Pianazzi, sotto Piscine, con le ampie coltivazioni
Dall’abitato di Piscine un buon sentiero cala fino a Marigiàt, con due belle case rustiche rimaste ancora in piedi e frequentate saltuariamente, e alcuni ruderi inghiottiti dalla boscaglia.
Il sentiero che collega Marigiàt coi Pianacci è ancora ben agibile, è un facile traverso con poco dislivello che ho trovato subito.
La frazione di Marigiat
Due case sono ancora in discreto stato, le altre ridotte in ruderi
Casa con capitello incorporato
Le mulattiere coi grandi muri a secco, questo supera i 4 metri in altezza!
All’andata ho visto una deviazione verso nord, quindi da Pianacci sono tornato indietro e ho provato a seguirla. Sembrava ottimamente tracciata, a parte qualche schianto isolato di traverso, ma poi sono arrivato in un valloncello dove si è staccata una frana che ha cancellato tutto. Non avevo voglia di cercare l’eventuale prosecuzione della traccia al di là della frana, mi interessava scendere al fiume e quindi ho tagliato giù verso la golena che ho raggiunto in pochi minuti.
Discesa verso il fiume per vaghe tracce
Eccomi nella golena
Sull'Avisio
Raggiungere le golene dà sempre una certa allegrezza: sono ambienti bellissimi adiacenti al fiume, pianeggianti, a volte con vegetazione lussureggiante e spettacolari radure sabbiose. Le piene periodiche ne modificano l’aspetto ciclicamente, alberi e piante sono in perenne competizione per colonizzare il territorio e con esse fauna e microfauna. Le golene dell’Avisio sono quasi sempre raggiungibili con una certa difficoltà, incassate in profonde gole: raramente si incontra qualcuno, di solito qualche pescatore o cacciatore. I turisti sono pressoché assenti. Unica eccezione per i pochissimi sentieri esistenti lungo le rive, uno dei quali, il bellissimo “
Sentiero dei Vecchi Mestieri” da Pisicine a Sover (e viceversa), a distanza di un anno dalla tempesta Vaia è ancora chiuso e interrotto. Un vero peccato.
Scorcio dell'Avisio in un'ansa di acqua calma
Golena sotto Margiat, rifugio della fauna, sulla sabbia tantissime impronte
Affacciato sull'Avisio
I bellissimo ciottoli colorati sulla riva
Uno dei tanti "piscinoni" naturali
Mi accontento quindi di gironzolare per questa
grande golena lunga circa un chilometro dove la natura ha un aspetto selvaggio e primordiale: il tratto interno è quasi impraticabile per la vegetazione fitta, quindi costeggio il fiume verso sud attraverso vaste pietraie coi “soliti” affascinanti ciottoli di tutti i colori. Nei tratti sabbiosi posso osservare una miriade di impronte: uccelli, serpenti, roditori, caprioli, camosci, cervi. Il corso d’acqua, dopo l’osceno e recente svaso della diga di Pezzé, ha ripreso il suo abituale colore smeraldo che spicca tra le gole dove l’acqua è più profonda.
Risalita dai Pianacci
Arrivato all’altezza di Pianacci taglio su per la boscaglia e riprendo il sentiero che mi riporta a Piscine.
Che bellezza l’Avisio, ci ho passato praticamente tutto l’inverno e non sono ancora stufo, anzi
.
Il percorso